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Er giubbileo der 46 L'arisseggnazzione
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

L'AMICA DE CORE

     ÔH, cquanno è ’na scèrt’ora, è amica mia
E la difenno io, sora Costanza;
E mme pare una gran mala creanza
De trattalla da porca bbu e vvia.

     E ssi ll’antr’anno, povera Luscia!,
Pe’ cquarche mmese je cresscé la panza,
C’è bbisoggno che ffussi gravidanza?
Sarà stata quarc’antra ammalatia.

     È Vvero poi che jje calò in du’ ggiorni;
Ma cquesto che vvòr dì? Vve faria caso
Ch’er gonfiore medemo j’aritorni?

     Dipenneno ste cose da le lune,
Ché in quant’a llei, ce ggiucherebbe er naso,1
Nun tratta antro ch’er popolo e ’r cummune.

14 gennaio 1847

  1. Ci scommetterei il naso.

Note

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