Questo testo è incompleto.
Un detto de detto Le maggnère che ttúfeno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

L'AMISCIZZIA DER MONNO

     Dico: “Eccellenza, se pò avé1 l’onore?...„
“Ôh addio„, disce: “che ffate, Fidirico?.„
Dico: “Er zolito mio: fo er zervitore.„
Disce: “E cco cchi?„ “Ccor mi’ padrone antico.„

     “Come!„, disce, “ho ssentito che sse more2
De fame, e ancora tiè ffamijja?„ “Eeh„, ddico,
“mó ss’è arifatto ricco; e ppiù mmaggiore
C’a cqueli tempi che llei j’era amico.„

     Disce: “Ma ccome! si mme venne a cchiede3
Du’ scudi un anno fa! Cquesta è ’na prova....„
“E llei„, dico, “sor Conte, je li diede?„

     “Ma inzomma„, disce, “come va sta nova?.„
Dico: “Un zio morto l’ha llassato erede.„
Disce: “Ho ppiascere assai: lo verrò a ttrova.„4

6 giugno 1837

  1. Si può avere.
  2. Ch’egli si muore.
  3. Se mi venne a chiedere.
  4. Trovare.

Note

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