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Che ttempi! La carità
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

L'ANNATA MAGRA

     Ce lamentamo tanto eh, ggente mia,
Perchè st’anno nun c’è vvino né ggrano?
E avemo core d’accusà er Zovrano
Che nun vò pprovibbì la caristia?

     Acquietateve llà, pporchi bbù e vvia.
Sò cquesti li discorzi der cristiano?
Se lo merita er popolo romano
D’avé la grasscia1 ar forno e all’ostaria?

     Cqua ffurti, cqua rresie, congiure e ssette;
Cqua ggioco, cqua pputtane, ozzio e bbiastime,2
Cqua inzurti, tradimenti, arme e vvennette!...

     Si3 nnun c’è un vago d’ua,4 si nnun c’è spiga
De grano, nun è er Papa che cciopprime:5
È la mano de Ddio che cce gastiga.

30 novembre 1834

  1. Grascia per “abondanza.„
  2. Bestemmie.
  3. Se.
  4. Uva.
  5. Ci opprime.

Note

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