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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
L'ASSAGGIO DE LE CAROTE1
Ciarlanno in compaggnia succede spesso
C’uno o ll’antro2 de quella compaggnia
Nun zai da quer che ddisce ar temp’istesso
S’abbi o nun abbi er don de la bbuscìa.
Tu allora pe’ scoprì che bbestia sia,
Di’ un buscïone da restajje impresso;
E ssi3 cquello è bbusciardo, Zaccaria,
Vederai che cciattacca4 e tte viè5 appresso.
Una vorta io ne fesce6 l’esperienza
Cor carzolaro antico der padrone,
Che sparava gran buggere in credenza.
Dico: “È arrivato er re de Princisvalle.„
Disce: “Lo so, mm’ha ddato ordinazzione
De venti para de papusse7 ggialle.„
26 dicembre 1835
Note
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