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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
L'ELEZZIONE NOVA
Disce1 che un anno o ddua prima der Monno
Morze2 ne la scittà de Trappolajja
Pe’ un ciamorro3 pijjato a una bbattajja
Er Re de sorci Rosichèo Siconno.4
Seppellito che ffu dda la sorcajja
Sott’a un zasso de cascio5 tonno tonno,
Settanta sorche vecchie se serronno6
Pe’ ffanne un antro,7 in un casson de pajja.
Tre mmesi ereno ggià da tutto questo,
E li sorcetti attorno a cquer cassone
S’affollaveno a ddì: “Ffamo8 un po’ ppresto„,
Quant’ecchete9 da un bùscio10 essce un zorcone
Che strilla: “Abbemus Divorìno Sesto.„11
E li sorci deggiù: “Vviva er padrone!.„
18 dicembre 1834
- ↑ Si dice, si narra, ecc.
- ↑ Morì.
- ↑ [Cimurro.]
- ↑ [ Secondo.]
- ↑ Un sasso di cacio.
- ↑ Si serrarono.
- ↑ Un altro.
- ↑ Facciamo.
- ↑ Quando eccoti.
- ↑ Buco.
- ↑ [È nota la formula con cui il cardinale primo diacono annunzia al popolo l'elezione del nuovo papa: Annuncio vobis gaudium magnum: Habemus Ponteficem etc.]
Note
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