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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
L'ESAME DER ZIGNORE
Doppo che Ggesucristo fu llegato
Pe’ cquer baron futtuto de Scariotto:
Doppo che dda un ruffiano screanzato
De la sor’Anna ciabbuscò1 un cazzotto:
Doppo che ffu dar Papa arinegato
C’arispose a la serva: “Io me ne fotto„;
Lo portonno ar Pretorio de Pilato
Ch’era lui puro un antro galeotto.
Poi da Pilato fu mmannato a Erode:
Poi da Erode a Ppilato,2 in compagnia
De Caifasso e ddell’angelo-custode.
Disse allora Pilato: “Sor Gesù,
Sete voi Cristo er Re de la Ggiudìa?„.
E Ccristo j’arispòse: “Dichi tu„.3
Roma, 22 novembre 1832
- ↑ Ci buscò.
- ↑ Mandare da Erode a Pilato è comunissimo proverbio in Roma, per esprimere quella specie di giuoco in cui due persone tengono talora una terza, dipendente da esse per alcuno suo affare.
- ↑ Modo attualmente nelle bocche del popolo intiero, per iscopo e in circostanza di dare una mezza opposizione al dir d’altri. Per esempio: “Io sono giusto„. “Dichi tu„. “Voglio bastonarti„. “Dichi tu„.
Note
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