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Er fagotto pe l'ebbreo La bbattajja de Ggedeone
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

L'IMMAGGINE E SSIMILITUDINE

     Tutti a immaggine sua?! Fra Sperandio,
avétesce1 un po’ ffremma, io ve la sfravolo.2
Me lo vienissi a ddì ppuro3 San Pavolo,
je darìa4 der cazzaccio a ggenio mio.

     Sicconno5 voi, ar conto che ffacc’io,
vieressimo6 a sti termini der cavolo
che inzino, attent’a mmé, cche inzino er diavolo
sii stato fatto a immaggine de Ddio.

     Eh cche vvòi7 Santi Padri e Ssante Madre!
Ste sorte de resìe,8 frate mio caro,
sò rresìe puro in bocca a un Zanto Padre.

     Si9 Iddio se presentassi co’ l’immaggine
c’ha ddato a un ortolano o a un cicoriaro,
me parerebbe er Dio de la bburraggine.

8 dicembre 1834

  1. Abbiateci.
  2. Ve la sciorino giù: ve la canto.
  3. Me lo venisse a dire pure.
  4. Gli darei.
  5. Secondo.
  6. Verremmo.
  7. Che vuoi.
  8. Eresie.
  9. Se.

Note

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