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Er Cardinal protettore Er regazzo in zentinella
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

L'OMO DE MONNO

     Le conosco per aria io le perzone,
E nnu le porto in groppa,1 nu le porto.
Scusateme, er discorzo è ccorto corto:
Chi ffa er birbo, io lo tiengo pe’ un briccone.

     Nun zo,2 ppenzerò mmale, averò ttorto,
Forzi3 me sbajjerò, sarò un cojjone,
Ma mme la stiggnerebbe4 viv’e mmorto
Che ll’omo è ffijjo de le propie azzione.

     Io ve parlo da povero iggnorante,
Perchè ccredo c’ar monno l’azzionacce
Siino sempre l’innizzio5 der birbante.

     Nun c’è bbisoggno d’èsse6 ito a scola
Pe’ ddì cche ssi7 oggni cosa tiè8 ddu’ facce
L’omo de garbo n’ha d’avé una sola.

20 marzo 1836


  1. Non le adulo.
  2. Non so.
  3. Forse.
  4. La sosterrei tenacemente.
  5. L’indizio.
  6. D’essere.
  7. Se.
  8. Tiene.

Note

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