Questo testo è incompleto. |
◄ | La prudenza der prete | Li Monichi Mmaledettini | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
L'ORE CANONICHE
Lo so cche sta1 canajja bbuggiarona
Va in coro ar matutino, Sora Teta,2
E cce3 va a pprima, a tterza, a ssest’e a nnona,
E ’r doppo-pranzo a vvesper’e a ccompieta.
Ma vve4 credete voi che, cquanno sona
Quela campana, ggnisuno5 s’inquieta
Pe’ sscéggne a ddì6 l’uffizzio o la corona,
O a mmettese7 la cotta o la pianeta?
Oggni frate va in Coro, perchè llui,
(sii vergoggna, o ppulitica, o ppavura)
Nun vò ddì all’antri8 li penzieri sui.
Che ssi9 Ffra Ppio, Fra Mmarco o Ffra Grigorio
Fussi10 er primo a strillà: Cche sseccatura!,
Currerebbeno11tutti ar rifettorio.
15 maggio 1834
- ↑ Questa.
- ↑ Signora Teresa.
- ↑ Ci.
- ↑ Vi.
- ↑ Nessuno.
- ↑ Per scéggne. ecc. Con la prima e chiusa: “per discendere a dire.„
- ↑ Mettersi.
- ↑ Non vuol dire agli altri.
- ↑ Che se.
- ↑ Fosse.
- ↑ Correrebbero.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.