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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA PRUDENZA DER PRETE
Ssceso er Bambin de la Resceli,1 e appena
Fattoje2 er lavativo d’ojjo3 e mmèle,
Cominciò a ppeggiorà, ppovera Nena,4
E a vvenì ggialla com’è ggiallo er fele.5
Che ffo allora! esco e ccrompo du’ cannele:6
E ssudanno a ffuntane7 da la pena,
Curro8 in chiesa a pportalle a Ddon Micchele
Per accènnele9 a Ssanta Filomena.10
Lui se l’acchiappa,11 e ddoppo, “Fijjol mio„,
Me disce, “vostra mojje a cche sse12 trova?.„
Dico: “Llì llì ppe’ ddà ll’anima a Ddio.„
E llui: “De cazzi ch’io la fò sta prova!
Rïeccheve13 li moccoli, perch’io
Nun vojjo scredità una Santa nova.„
14 maggio 1834
- ↑ Disceso il Bambino dell’Aracoeli. Vedi la nota... del Sonetto...
- ↑ Fattogli, per “fattole.„
- ↑ D’olio.
- ↑ Maddalena.
- ↑ Il fiele.
- ↑ Compero due candele.
- ↑ Sudando a fontane.
- ↑ Corro.
- ↑ Per accenderle.
- ↑ Vedi il Sonetto...
- ↑ Egli se le ghermisce.
- ↑ Si.
- ↑ Rieccovi: eccovi indietro, ecc.
Note
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