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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
L'URTIMO BBICCHIERE
Dunque la fin der pranzo nu la sai?
Un po’ ppiù sse1 pijjaveno a ccazzotti.
Pe’ ’na mezza parola se sò2 rrotti
Che gguai a llui si cciaritorna,3 guai!
“Nò„, strillava er padrone, “nò, mmai, mai:
Caluggne de vojantri patriotti:4
Li Dottori so’ stati ommini dotti,
E Ggesucristo j’è obbrigato assai.„
E cquello risponneva: “Eh, Monziggnore,
Abbadi come parla. Io nun zò5 aretico,
Ma ppoteva sbajjà ppuro6 un Dottore.„
“Che?„, rrepricava l’antro:7 “ggnente, ggnente:
Lei, siggnore, è un gismatico,8 è un asscetico,9
Un uteràno10 marcio, un biscredente.„11
5 novembre 1835
- ↑ Si.
- ↑ Si sono.
- ↑ Se ci ritorna.
- ↑ Di voi altri settari.
- ↑ Non sono.
- ↑ Pure.
- ↑ L’altro.
- ↑ Scismatico.
- ↑ Scettico.
- ↑ Luterano.
- ↑ Miscredente.
Note
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