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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA CASSA DER LOTTO
Sotto dell’antri1 Papi, er rimanente
C’avanzava a sta lupa de l’Impresa,2
Lo fasceva servì la Santa Cchiesa
Pe’ llemosine a nnoi povera ggente.
Ma, a ggiorni nostri, un Papa ppiù ccremente,3
Discenno4 c’a la Cammera je pesa
D’avé da seguità ttutta sta spesa,
Serra le porte e nnun vò ddà ppiù ggnente.
Ecco la carità de sto Governo.
Eccola la ggiustizia che ss’inzeggna
Da sti diavoli esscìti da l’inferno.
Tutto se scola5 sta fajola6 indeggna.
Tutto cqua sse7 priscìpita in eterno
Ner pozzo dela gola e dde la freggna.
10 gennaio 1834
- ↑ Degli altri.
- ↑ Per Impresa, assolutamente, s’intende sempre la Impresa pontificia de’ Lotti.
- ↑ S. S. Gregorio XVI.
- ↑ Dicendo.
- ↑ Si scola: si sorbisce.
- ↑ La Fajola è una gran foresta del nostro Stato, la quale per essere stata altre volte nido famoso di ladri, ha dato il nome ad ogni ceto di amici della roba altrui.
- ↑ Si.
Note
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