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La serva e l'abbate Le scénnere
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

LA COMMEDIA DE MUSICA

     È Vvero, sì, cc’a Ttordinone12 er ballo
Nun vale manco un pelo de la monna;
Ma nnun ze pò nnegà cche cc’è una donna
Che ffa ssarti ppiù bbelli d’un cavallo.

     E ll’antra donna co’ cquer manto ggiallo
Ch’essce a ccantà dda dietro a una colonna,
Nun ha una bbella vosce da siconna?
Nun ha una bbella vosce de metallo?3

     Io, Pepp’er matto, er Guercio e li du’ osti
Sce l’annassimo a ggode4 jerassera
A un parc’ar sesto che ss’affitta a pposti.

     E ddiscessimo5 tutti a una maggnera:6
Sti canterini cqua ssò ttutti tosti,7
E dda arzajje8 una statua de scera.


Roma, 18 gennaio 1833

  1. Pronunciato con entrambe le o chiuse.
  2. È il Teatro Regio di Torre di Nona o Tordinona.
  3. Metallo di voce: espressione dell’arte.
  4. Ce l’andammo a godere.
  5. Dicemmo.
  6. Maniera.
  7. Forti, valorosi.
  8. Alzar loro.

Note

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