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LA GUIDA.
Cuius anima est secundum animam tuam. |
(Eccli. 73. 16). |
Ognor amai sublimi oggetti, e ognora
Un più di tutti: — ah! quei non era Iddio,
3Non era il sommo Ben ch’or m’innamora!
Ma fra i cuori mortali era il più pio
Ch’io conoscessi, era alcun nobil cuore
6Che a virtute innalzasse il desir mio.
Quai debbo grazie renderti, o Signore,
Che fra mie cieche idolatrie pur mai
9In beltà vili non ponessi amore!
Nell’obblïar tua propria luce errai,
Ma negl’idoli miei sempre io bramava
12L’ineffabile incanto de’ tuoi rai.
Se creature troppo io venerava,
Erano creature in te invaghite;
15Era qualch’angiol che ver te volava.
Tai luminose tracce ivan seguite
Sol dagli sguardi miei maravigliati,
18E nel mondo io tenea l’orme irretite;
Ma perocch’io vedea gli angioli amati
Anelare a’ tuoi lumi e benedirti,
21Io pure i lumi tuoi sempre ho sperati.
Intero il voler mio non seppi offrirti
Per lungo tempo, e nondimen io ardeva
24D’annoverarmi fra i più giusti spirti.
I conosciuti iniqui io respingeva,
E quando d’amicizia ad uom m’unìa,
27Alto core a mio senno in lui fulgeva.
Or non più, non più voglio idolatrìa,
Supremamente amar voglio te solo,
30Benchè ogni fido tuo caro a me sia.
Ma perdona se pure infra lo stuolo
Delle tue creature predilette
33Una più ch’altre sulla terra io colo.
Ella a fere calunnie non credette,
E mi difese da’ nemici miei!
36Ella a ben far tutti i suoi passi mette,
Ella è mia guida, il nostro Sol tu sei!