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Er foconcino Una bbella mancia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

LA BBELLONA DE TRESTEVERE

     Si ha ccacca?!1 lei? nun je se pò ddì ggnente,
Nemmanco “che bbell’occhi avete in fronte.„
È ssuperbiosa come un accidente,
Più cche ssi ffussi de cristal de monte.

     Gran brutto fà cco llei da protennente!2
Lei nun vò ppe’ mmarito antro3 che un conte.
Penza mo ttu cche ppò sperà un minente4
Che sta a ppescà cco la bbilancia a pponte.5

     Oh, ppe’ bbellezza poi, propio è ssciarmante;6
E pponno appett’a llei dàsse7 pe’ vvinte
Guasi staria pe’ ddì ll’anime sante.

     Ché nnun è ccome ste facce dipinte
De Siggnore de grinza,8 che ssai cuante
Porteno cul de stracci e zzinne finte.


Roma, 24 gennaio 1833

  1. Vanità.
  2. Pretendente.
  3. Altro.
  4. Minente, aferesi di eminente, è un trasteverino.
  5. Sotto i ponti di Roma, eccettuato quello di Sant’Angiolo (l’Elio), sono stabilite delle reti così dette a bilancia, le quali in forma di un cono rovesciato, e attaccate alle due estremità di un palo bilicato e impernato per via di un asse nel mezzo, sono aggirate dall’acqua corrente, ed una sorgendo quando l’altra s’immerge, pescano.
  6. Stupenda.
  7. Darsi.
  8. Di vaglia, distinte.

Note

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