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So di un'antica, piccola campana
tutta di bronzo e di ceselli strani
istoriata, che in cieli lontani
cantava un tempo una canzone vana.

Disprezzo e oblio trovò nei cori umani,
e pianse assai l'illusa con piana
voce, poi tacque; e un gracidar di rana
si levò su da lividi pantani.

E muta sempre è la campana, attende
forse una man pietosa che la scuota
da la tristezza per suonare ancora;

come l'anima mia che non s'accende
più a fiamme d'illusioni, triste e vuota
una man che consoli, avida implora!

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