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L'arte fallite L'affarucci de la serva
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

LA FILA DE LI CARDINALI.


     Va’ vva1 er Cardinalume come piove,
si’2 bbenedetta l’animaccia sua!
Viè3 cqua, Sghiggna, contamoli: Uno, dua,
tre, cquattro, scinque, sei, sette, otto, nove,

     diesci, unnisci, dodisci... Eh la bbua!
Sò ttant’e ttante ste Minenze nòve,4
che, a vvolelli contà, nun te pòi move5
pe’ ttre o cquattr’ora de la vita tua.

     Guarda che rriveree!6 Vedi che sfarzo!
Ecco poi si7 pperchè ll’entrata pubbrica
dar capo-d’anno nun arriva a Mmarzo.

     Te ggiuro ch’io me tajjerebbe8 un braccio
che aritornassi9 er tempo de repubbrica
pe’ dijje a ttutti: Cittadin cazzaccio.

12 dicembre 1834

  1. Guarda guarda.
  2. Sia.
  3. Vieni.
  4. Nuove.
  5. Non ti puoi muovere.
  6. Livree.
  7. Se.
  8. Mi taglierei.
  9. Ritornasse.

Note

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