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Questo testo fa parte della raccolta The Oxford book of Italian verse


L
A forte e nova mia disaventura

M’ha disfatto nel core
               Ogni dolce pensier, ch’i avea d’Amore.
          Disfatto m’ha gia tanto de la vita,
               5Che la gentil, piacevol donna mia
               Dall’anima distrutta s’è partita;
               Sì ch’io non veggio là, dov’ella sia:
               Non è rimasa in me tanta balía
               Ch’io de lo su’ valore
               10Possa comprender nella mente fiore.
          Vien che m’uccide un sottile pensiero
               Che par che dica, ch’i mai nolla veggia;
               Questo è tormento disperato e fiero,
               Che strugge, dole, e ’ncende ed amareggia.
               15Trovar non posso a cui pietate cheggia,

               Mercè di quel signore
               Che gira la fortuna del dolore.
          Pieno d’angoscia in loco di paura
               Lo spirito del cor dolente giace,
               20Per la fortuna, che di me non cura,
               Ch’ha volta morte, dov’assai mi spiace;
               E da speranza, ch’è stata fallace,
               Nel tempo che si more
               M’ ha fatto perder dilettevoli ore.
          25Parole mie disfatte e paurose,
               Là dove piace a voi di gire andate,
               Ma sempre sospirando e vergognose
               Lo nome de la mia donna chiamate.
               Io pur rimango in tant’ avversitate,
               30Che qual mira di fore
               Vide la morte sotto al mio colore.

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