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CONCLUSIONE
Poche ore dopo, i tre cacciatori facevano ritorno al carro, portando con loro la pelle della giraffa bianca.
Non avendo ormai più nulla da fare in quelle regioni, poichè avevano raggiunto il loro scopo, dopo un riposo, ben meritato, di trenta ore, si mettevano in marcia per far ritorno alla Colonia del Capo.
La traversata di quel territorio quasi deserto fu compiuta felicemente, senza aver incontrato né tribù ostili, né animali pericolosi.
Venticinque giorni dopo, la carovana giungeva sulle rive dell'Orange, il gran fiume africano che serve di frontiera fra la Colonia del Capo di Buona Speranza e la Terra dei Granchi Namachi. E qui William e il dottore si separarono.
Il cacciatore, che aveva già incassato il premio abbastanza rotondo, non voleva abbandonare quei territori di caccia.
— Questa è la mia patria — disse al dottore, indicandogli le foreste del nord. — Non saprei più adattarmi alla vita calma e tranquilla delle città europee.
— Non verrete più mai in Germania? — gli chiese il dottore.
— Forse, un giorno — rispose William, sorridendo. Gli strinse la mano e riprese la marcia verso il settentrione, insieme a Kambusi, il fedele e coraggioso servo.
Il dottore continuò invece verso il sud, giungendo nella città del Capo, trenta giorni più tardi.
Una nave era pronta a salpare per l'Europa.
Il dottore ne approfittò subito per compiere la traversata dell'Oceano Atlantico.
Oggi la pelle della giraffa bianca fa bella mostra nel museo zoologico di Dresda, destando viva curiosità in tutti i numerosi visitatori che si recano a vederla.