< La maestrina degli operai
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XIII XV


XIV.


Eran le cose a questo punto quando una mattina, mentre passeggiava al sole nel cortile, durante la ricreazione dei suoi bambini, la Varetti vide affacciarsi all’uscio la madre del Muroni, che cercava di lei. Essa fece un atto di rincrescimento come se la soverchia famigliarità di quella donna mettesse qualche cosa di comune fra lei e il suo figliuolo. La povera vecchia venne innanzi con le mani sotto il grembiule, girando in atto guardingo i suoi dolci occhi di vittima, in cui pareva che fossero congelate due lagrime, s’avvicinò alla signorina con un sorriso, come se fosse già avviata fra loro una buona amicizia, e le disse a bassa voce, in aria di mistero, con accento di timida soddisfazione: — Va meglio, sa. Va un poco meglio da un po’ di tempo. Pare che si sia quetato un po’. Non mi tratta più male, non va più alla Gallina. Mi par di sognare, in verità. La sera sta al lavoro. Io ringrazio il buon Dio giorno e notte!

E guardò con sospetto verso l’uscio. Essa attribuiva quel mutamento alla scuola, e veniva appunto per ringraziar la maestra, e anche per farle una preghiera.

— Sarebbe, — le disse, — mi perdoni tanto la libertà, signorina; ma sarebbe di approfittare del buon momento, che par disposto così bene, per tentare quello che le ho detto il primo giorno, di fargli entrare in cuore un po’ di religione, che si decidesse una buona volta a fare i suoi doveri, che son dieci anni che non si avvicina ai Sacramenti, Dio di misericordia, dieci anni, lei m’intende! E dire che gli devo dare di tanto in tanto i miei ultimi soldi, per fargli recitare un pater e un ave, che non vada a letto come un cane, e ho ancora nell’idea che dica tutt’altre cose dal modo che fa con la bocca! Se lei volesse far quest’opera di carità, signora maestra, già che gl’insegna tante altre belle cose, di fargli ben capire che la prima cosa è di salvar l’anima, e che io avessi questa consolazione, prima di chiuder gli occhi, di vederlo riconciliato col Signore! Perchè se non si prende questo momento, creda, un altro così non ritorna più; io non l’ho visto mai così buono, dopo che il buon Dio me l’ha mandato, in fede dell’anima mia!

La maestra guardò da un’altra parte per non mostrare la soddisfazione d’amor proprio che le davan le ultime parole. E rispose che avrebbe fatto quello che poteva, ma che poteva fare ben poco.

— In ogni modo, — disse la donna, dando un’altra occhiata all’uscio socchiuso, — bisogna dire che è una gran benedizione la scuola, se fa del bene anche al mio figliuolo. Perchè è la scuola, non c’è che dire.

Qui, come colta da un’idea nuova, stette un po’ pensierosa, guardando a terra; poi disse piano, rialzando gli occhi: — Salvo il caso....

La maestra la guardò.

— Salvo il caso, — continuò la donna, guardando a terra da capo, — che sia qualche simpatia di sentimento.... come l’anno scorso, per la macellarina.

La maestra ebbe un sospetto, ma istantaneo: si vedeva che il pensiero della madre era a mille miglia da lei.

— Eppure, — soggiunse questa, riflettendo, — per quanto io abbia cercato e domandato, non mi son potuta accorger di nessuna.

Poi tornò tutt’a un tratto alla religione. La maestra le domandò perchè non ricorresse al parroco. Signore Iddio benedetto, quel buon vecchino, alto così, tanto alla mano con tutti, era un sant’uomo; ma non se ne voleva immischiare. Ella sospettava che avesse un po’ di “suggezione„ del suo figliuolo. E quella “suggezione„ che voleva dir paura, era una parola di ripiego, in cui l’amor materno metteva pure un’ombra di vanità. Ed era lo stesso degli altri: il cavalier Sanis, padrone della fabbrica, il dottore, che gli avrebbero potuto far delle ammonizioni e dar dei consigli, tutti quanti pareva che ne avessero un po’ di “suggezione„; scherzavano perfin con lui, incontrandolo; nessuno lo voleva urtare. — In fine, — disse, — Nostro Signore mi continuerà ad aiutare, polche ha cominciato.

E andandosene, mentre ringraziava la maestra con una espressione umile e affettuosa d’ammirazione, il suo sguardo s’arrestò e s’avvivò un momento, sopra di lei, come al sorgere d’un pensiero.... Ma il pensiero passò.

— Vado a pregar per lei, signorina, — le disse di sull’uscio, e voltandole la sua povera schiena corta e incurvata di vecchia martire, s’avviò verso la chiesa.

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