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La nasscita L'ommini der Monno novo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

LA MALA STELLA

     Lo vedete Ggesù, ssore Madame?
Nascé ccome le bbestie in ne la pajja:
Doppo cór un martello e una tenajja
Je toccò a llavorà dda falegname.

     Da ggiuvenotto annò mmorto de fame
A ppredicà er Vangelio a la canajja:
Poi da omo je messeno la tajja
P’er carciofarzo1 de cuer Giuda infame.

     E li raschi, e le spine, e la condanna,
E li chiodi, e li schiaffi, e cquella posca2
Che jje mannorno3 in bocca co’ la canna!...

     Inzomma tutto su cquell’ossi sagri:
Epperò c’è ’r proverbio c’ogni mosca
Va ssempr’addosso a li cavalli magri.

19 gennaio 1832

  1. Tradimento.
  2. Posca è veramente una miscela di aceto e acqua.
  3. Mandarono.

Note

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