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Er mal de petto La visita all'ammalato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

LA MOJJE DELL'AMMALATO

     Sta mmale, male, male; e ssi la caccia1
Pò attaccà er voto. È un pezzo: è da st’istate,
Che2 sse3 pijjò un’infirza de scarmate4
Pe’ cquer mazzato vizzio de la caccia.

     Strilla c’ha ne le gamme e nne le bbraccia
Tutte le cungiunture addolorate.
E a mmé mme tocca a ffajje5 le nottate,
Che tte ggiuro, Maria, ch’è una vitaccia.

     Eh, ccosa disce er medico? Quer torzo
Disce ch’è rromatìsimo: ecco tutto;
E cche l’ammalatia vò ffà er zu’ corzo.

     Sempr’accusì: ’na minestrina e un frutto.
Pe’ ddajje6 forza io poi sciaggionto7 un zorzo
D’acquavita o un tantin de vin assciutto.

14 marzo 1837

  1. Se la cava.
  2. Quando.
  3. Si.
  4. Una serie di riscaldazioni.
  5. Fargli.
  6. Dargli.
  7. Ci aggiungo.

Note

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