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Er commercio libbero La patta
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

LA PUTTANISCIZZIA1

     A mmé nun me dì bbene de ste lappe2
Che vvanno co’ la scuffia e ccór cappotto3
E mmarceno4 in pelliccia e mmanicotto,
Piene d’orloggi, catenelle e cciappe:

     Lassamo stà che ppoi nun cianno sotto
Mezza camiscia da coprì le chiappe:
Tutta sta robba sai da che ccondotto
jE viè, Stèfino5 mio? dar tipp’e ttappe.

     Pe’ la strada gnisuna6 t’arisponne:
Come poi j’arïesce d’anniscosto,
Se farìano inzeppà da le colonne.

     Ma a nnoi nun ce se venne er zol d’agosto,7
Perchè la casterìa8 de ste madonne9
Sta ttutta sana in ner gruggnaccio tosto.10


Roma, 16 dicembre 1832

  1. Storpiamento malizioso di pudicizia.
  2. Furbe.
  3. Copertura muliebre da testa.
  4. Incedono.
  5. Stefano.
  6. Nessuna.
  7. Proverbi.
  8. Castità.
  9. Nel senso di Maria Vergine; donne modeste.
  10. Viso duro, gravità apparente.

Note

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