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Traduzione dal latino di Francesco Leopoldo Zelli Jacobuzi (1902)
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IL SANTO SACRIFIZIO
DELLA MESSA
E LA COMUNIONE
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LA MESSA
E
LA COMUNIONE
I.
ISTITUZIONE DELLA S.S. EUCARISTIA
Era il giorno precedente alla sua
morte, quando Gesù, «che aveva amato
i suoi che eran nel mondo, volle dare
ad essi un attestato non dubbio ch’Ei
gli amò sino alla fine». Perciò, dopo
di aver celebrata coi suoi discepoli la
Pasqua e mangiato l’Agnello pasquale,
esercitò verso di loro la più grande
umiltà, con abbassarsi a lavare ad essi
i piedi. Postosi nuovamente a sedere
mentre quelli mangiavano, «Gesù prese del pane, rende le grazie, lo spezzò, e lo diede loro, dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo, che sarà dato per voi: fate questo in memoria di me. — Similmente prese anche il calice, finita che fu la cena, rendette le grazie, e disse loro: Bevete di questo tutti; imperocchè questo è il sangue mio del nuovo testamento, il quale sarà sparso per voi e per molti, per la remissione dei peccati; e tutte le volte che voi lo berete, fate questo in memoria di me.» —
Questo è l’adempimento di quella promessa che egli avera fatta, dicendo: Io sono il pane vivo disceso dal cielo: chi mangia di questo pane non morirà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo. In verità, in verità vi dico, se voi non mangerete la carne del Figliuolo dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Imperocchè la mia carne è veramente cibo, e il sangue mio veramente bevanda: e chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, abita in me, ed io in lui.»
Le parole della promessa son chiare; e tali pur sono le parole della istituzione: Prendete e mangiate, questo è il mio corpo: prendete e bevete, questo è il mio sangue. — Non basta. Questo è il mio corpo che sarà dato per voi: il mio corpo, rotto e spezzato per voi. Questo è il mio sangue che sarà sparso per voi. Così questo è il corpo medesimo che sarà pesto di colpi, trafitto d piaghe, confitto in croce, e dato in preda alla morte: questo è il sangue medesimo che sta per essere sparso nel pretorio di Pilato e sul Calvario. —
L’Eucaristia, siccome è adempimento e commemorazione del passato, è ancora una figura ed una preparazione dell’avvenire. Tutti gli antichi Patriarchi e Profeti figuravano e annunciavano Gesù Cristo; e Gesù Cristo nello stato d’umiliazione, in cui non si vede in Lui se non l’uomo, annunzia e prepara lo stato suo di gloria, nel quale lo vedremo tale quale Egli è. Così pure tutti i sacrifizi e tutte le comunioni dell’antica legge, nella quale il popolo fedele partecipava delle carni della vittima, erano una figura e una profezia di quel sacrifizio e di quella comunione, in cui Gesù Cristo a noi si dona sotto le specie e la forma del pane e del vino. Quel sacrifizio e quella comunione, in cui Egli a noi si dona sotto il velo del Sacramento, è un principio ed una preparazione di quella comunione eterna, in cui Egli si darà a noi senza velo. Ond’è che dopo aver consecrato il calice, Gesù soggiunse: «Or io vi dico, che non berò d’ora in poi di questo frutto della vite, sino a quel giorno che io lo berò nuovo con voi nel regno del Padre mio.» —
Aspettiamo dunque codesto eterno banchetto, in cui sarà dato svelatamente il pane degli Angeli, e saremo inebriati e rapiti della voluttà del Signore, e delle ineffabili delizie dell’amor suo; ma ad ottener questo, procuriamo di rendercene degni con prepararci a partecipare di questo grande ed ineffabile mistero.