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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA RILIGGIONE SPIEGATA E INDIFESA
S’io fussi prete o ffrate, e avessi vosce
Deggna de fà ddu’ strilli a le missione,
E de sputamme un’ala de pormone
In onor de la grolia de la crosce,
Sfodererìa1 ’na predica ferosce
Pe’ spiegà cche la Santa Riliggione
Se pò2 arissomijjalla a un tavolone
De sceraso, de mògheno3 o de nosce.
Tutto sta avé bbon stommico e bbon braccio
Da maneggiajje la pianozza4 addosso
E ddajje er lustro a fforza de turaccio.
E siccome a le vorte pò ssuccede5
D’imbatte6 in quarche nnodo un po’ ppiù ggrosso,
Sciarimedia7 lo stucco dela fede.
11 ottobre 1834
- ↑ Sfodererei.
- ↑ Si può.
- ↑ Il legno mahogoni, che da qualche nostro concittadino ho udito chiamare anche Morghen, facendolo parente del famoso calcografo.
- ↑ Pialla.
- ↑ Succedere.
- ↑ D’imbattere.
- ↑ Ci rimedia.
Note
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