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Li debiti La ppiú mmejj'arte
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

LA SPIA A L'UDIENZA

     Verzo l’un’or de notte, ossia le sette,
Come che mm’ordinò Vvostr’Eccellenza,
Me n’andiedi1 al caffè cc’ha la liscenza
Di tené nnel retrè ttante gazzette.

     E llì cco la mia bbrava indiferenza
Nun mi fesci sfuggì nneppuro un ette
Di quante cose mai fussero dette
Da poté rriferirle oggi a l’udienza.

     Trall’altre un milordino2 sbarbatello
Disse che ddon Migguele ha ffatto male
Di rubbà la corona a ssuo fratello.

     Sto pasticcetto è ffiglio d’un curiale,
Studia filosofia, porta il cappello
Bbianco, ha li bbaffi... Inzomma è un libberale.

17 giugno 1834

  1. Me ne andai.
  2. Giovinetto elegante.

Note

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