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Lo sfrappone Er disgrazziato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838

LA STRETTA DE JJER'A NNOTTE

     Dato er brodo a cquer povero Rimonno,1
Io che ttre nnotte nun ho mmai dormito
M’ero bbuttato ggiù ttutto vistito,
E mme stavo fascenno er primo sonno.

     Quanto me sento, dio sagranne monno!,
Scotolà2 pper un braccio e ttirà un dito.
“Chi è?„, strillo infuscato e inzonnolito.
Disce: “Arzàteve, tata, chè vve vonno.„

     Figuràteve io che bbòtta ar core!
Fu ccome uno che mm’avessi3 detto:
“Curre,4 Giachemandrèa; tu’ fijjo5 more.„

     Poi nun è stato ggnente, lo capisco:
Ma intanto llì pper lì, ssor Benedetto,
Me parze a mmé cche mme svejjassi6 er fisco.

4 febbraio 1838

  1. Raimondo.
  2. Scuotere.
  3. Mi avesse.
  4. Corri.
  5. Tuo figlio.
  6. A me parve che mi svegliasse.

Note

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