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La caramaggnòla d'Argentina La stretta de jjer'a nnotte
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838

LO SFRAPPONE1

     Si2 sséguiti accusì, Cchecco, la sbajji.
Fijjo, co’ st’impropèrî vacce piano.
Chi è llesto de lingua e nnò de mano
O la tienghi a stecchetta o sse la tajji.

     Uno c’annassi3 a rregola de rajji4
Crederìa c’un zomaro marchisciano
Se maggnassi5 un leone sano sano
E un’armata co’ ttutti li bbagajji.

     Certuni a cciarle sò6 spazza-campaggne,
Eppoi a ffatti se la fanno sotto,
E arrivi ar punto de vedelli piaggne.7

     Er mannatàro ch’era un omo dotto
Sai che ddisceva a sti spacca-montaggne?
“Ce vò mmeno a inzurtà cc’a ddà un cazzotto.„


1° febbraio 1838

  1. Spavaldo.
  2. Se.
  3. Che andasse.
  4. Di ragghi.
  5. Si mangiasse.
  6. Sono.
  7. Di vederli piangere.

Note

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