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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
LA VEDOVA CO SSETTE FIJJI
È un mese ch’er più ffijjo piccinino
Lo manno a scôla cquì a l’iggnorantelli1
E ggià pprincipia a ffà li bbastoncelli2
E a rrescità all’ammente l’abbichino.3
Uno a Ttatagiuvanni4 fa l’ombrelli,
Un antro a Sammicchele5 è scarpellino,
E ar più ggranne ch’è entrato all’Orfanelli6
J’impareno li studi de latino.
Le tre ffemmine, Nina se n’annette,7
Nannarella se l’è ppresa la nonna,
E Nnunziatina sta a le Zoccolette.8
E io la strappo via, povera donna,
Cor rimette le pèzze a le carzette,
Sin che nun me provede la Madonna.
6 gennaio 1832
- ↑ Le scuole gratuite di S. Salvatore per l’istruzione primaria.
- ↑ Le aste colla penna.
- ↑ A mente l’abbachino, l’abbaco.
- ↑ Ospizio fondato da un Giovanni, a cui dicevano Tata (padre).
- ↑ Vedi nell’opera pubblicata da Monsignor Morichini.
- ↑ Ospizio.
- ↑ Se ne andò: morì.
- ↑ Conservatorio di povere fanciulle.
Note
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