< Laude (1910) < Laude
Questo testo è completo.
LXXXXIX. Condictione del perpetuo amore
Laude - Lauda LXXXXVIII Laude - Lauda C

Condictione del perpetuo amore.          .lxxxxix.


     L’Amor ch’è consumato,       nullo prezzo non guarda,
     né per pena non tarda       d’amar co fo amato.
Consumato l’amore,       sì ua pene cercando,
     se ama sé delectando,       sta penoso;4
     Et con grande feruore       al dilecto dà bando
     per uiuer tormentando       angoscioso.
     Allora sta gioioso       et sé conosce amare,
     se fugge el delectare       et sta en croce chiauato.8
Seruo che prezzo prende,       ch’ama sempre dilecto,
     sì porta nell’affecto       pagamento.
     Per lo prezzo uendere       lo prezzo, gli è difecto;
     non è anco perfecto       lo stormento.12

     Se amor non fo tormento,       sì non fo uirtuoso,
     né sirà glorioso       se non fo tormentato.
L’amor uero, liale       odia sé per natura,
     uedendosi mesura       terminata;16
     Perché puro, leale       non ama creatura,
     né se ueste figura       mesurata.
     Carità increata       ad sé lo fa salire,
     et falli partorire       figlio d’amor beato.20
Questo figlio che nasce,       è amor più uerace
     de omne uirtù capace,       copiosa.
     Doue l’anima pasce       fuoco d’amor penace,
     notricasi de pace       gloriosa.24
     Et sta sempre gioiosa       et sì namora tanto,
     che non potrebbe el quanto       esser considerato.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.