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Questo testo fa parte della raccolta Poemetti italiani, vol. I


LE‘API di M. GIOVANNI RUCELLAI FIONENTINO.


MEntr’era per cantare i voſtri doni Con alte rime, o Verginette caſte, Vaghe Angelette delle erboſe rive, Preſo dal ſonno, in ſul ſpuntar dell’Alba M’apparve un coro della voſtra gente, E dalla lingua, onde s’accoglie il mele, m.ciiara yoce eſte parole: ponde dai ſaſſi, ov’Eco alberga, pre nimica fu del ‘noſtro regno. fai tu, ch’ella fu converda in pietra, ventrice delle prime rime è Ed imperfetto” ſuo parlar loquace, Così difs".egli; e poi tra labbro, e labbro Mi poſe un favo di ſoave mele, E lieto ſe n° andò volando al Cielo. Ond’io, da tal divinità ſpirato, Non temerò camare i voſtri onori ( Con verſo Etruſco dalle rime ſciolto, E canterò come il foave mele, Celeſte don, ſopra i fioreni, e l’erba L’acre diſtilli liquido, e ſererio: E come l’Api induſtrioſe, e caſte L’adunino, e con ſtudio, ec con ingegno Dappoi compongan l’odorate cere, Per onorar l’iîmagine di Dio. Spettacoli, ed effetti vaghi, e rari, Di maraviglie pieni, è di bellezze. Poi dirò ſeguîtando ancor, ſiccome I magni ſpirti dentro ai picciol corpi Governin regalmente in pace, e *n guerra I popoli, l’impreſe, e le bantaglie. / Ne’ piccioli ſuggerti è gran fatica, i Ma qualunque gli eſprime ornati, e chiari, Non picciol frutto del fu’ ingegno coglie. Gia ſo ben io quanto difficil fia A chi vuol dirivar dal Greco fonte L’acque, e condurle al ſuo paterno feggzio, ‘ O da quel, che irrigò la nobil pianta, Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/15 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/16 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/17 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/18 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/19 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/20 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/21 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/22 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/23 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/24 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/25 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/26 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/27 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/28 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/29 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/30 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/31 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/32 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/33 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/34 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/35 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/36 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/37 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/38 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/39 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/40 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/41 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/42 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/43 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/44 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/45 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/46 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/47 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/48 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/49 Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/50 QU È Ealtré di tal arte, poi tepida alquanto e già morie gemi, O dove raggia il Sole;» fa che vegga il fuoco. Eccoti un gran miracoto apparire Quî, che s’ci foſſe ſopra corpi uman?, S’affrenerebbon le pietoſe madri (i Di ſoſpender le cere, e i voti al tempio Dico, chrallor vedrai tornar la vita A quel defunto popolo ſommerſo, Il cui principio non appare al ſenſo: — Come interviene a chi tica gli occhi fil, Credendofi vedere aprirſi un fiore, ( Che pria nell’api il tremolar de’ corpi Si vede, e poſcia il mormorar fi ſente, Subito, e lo ſtridor dell’ale pitte; Onde levate in aria, e fatta ſchiera, Riſuſcitate datl’orribil morte 4 Ritornano a veder gli avitì regni. Ma tempo è ch’io ritorni al triſto Oreſte, Con più ſublime, e lagrimoſo verſo; Come conviecnſi ai tragici coturni,

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