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Li teatri de Roma L'astrazzione farza
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

LE CCHIESE DE ROMA

  Quer prete a la Madon de la Pusterla1
Secco secco, arto arto, bbrutto bbrutto,
Che sse maggnò de sabbito2 una merla
Cotta co li lardelli e cco lo strutto:

  Sto quequero3 de prete, che ssa ttutto,
Disce che Ssan Lorenzo panepperla4
In todesco vò ddì pan e ppresciutto:
Ma sta volata je se pò ccredérla?5

  Nun ze nega però ch’in quant’a cchiese,
A Roma uno ppiù bbazzica6 e ppiù ttrotta,
E ppiù bbuffe ne trova a sto paese.

  C’è Ssan Spirito in Zassi a la Longara,7
Metti San Biascio poi de la paggnotta,
Poi la Minerba8 e ppoi la Pulinara.9
    
 Senti quest’antra e impara:
Santa Maria in Cacabberi!10 e, ssi ccerchi,
Trovi er Zudario11 e la Madon de Scerchi.12

 Levamo li cuperchi
A st’antre dua: San Neo e Ttacchineo,13
e la Madonna de Campocarlèo.14

 Lì a San Bartolomeo
C’è in faccia San Giuvanni Gabbolita,15
E c’è a piazza de Sciarra er Caravita.16


 Ma cquà nun è ffinita:
Ce sò li Stimiti,17 e ppoi dua ppiù bbrutte,
Sastefino der Cacco18 e Sammautte.19

 E nu' l’ho ddette tutte.
C’è er San Tomasso accenci20 e l’Imperìone,21
San Lorenzo immiranna22 e ’r Confalone.23

 Poi viè ll’aàntra porzione
De San Giorgio in Velàpro,24 e in certi vicoli
La cchiesa de Sastèfino in Pescicoli.25

 Vòi ppiù nnomi ridicoli
De Subburra,26 Rescèli27 e Strapuntina?28
Se pò ppassà29 Santa Maria Carina?30

 Manco a scappà in cantina
Da li tre Ssan Giuvanni uno se sarva:
Dell’Aino, de la Piggna e de la Marva.31

 Farai la coccia carva,32
e ssempre n’averai de le ppiù bbelle.
Ortr’a Ssan Zarvator de le Cupelle,33

 Ce ne sò, c’a volelle
Dì ttutte, sce vorìa de stenne un fojjo
Cqua da Scosciacavalli34 a Ccampidojjo.

  E pe' cquesto nun vojjo
Protenne tanto che nun vadi ar lecco35
Cuer prete amico mio, bbrutto, arto e ssecco.

15 gennaio 1832.


Note

  1. S. Maria in Posterula.
  2. Sabato.
  3. Di spiacevole e antiquato aspetto.
  4. Panis-Perna (lat.).
  5. Tratto di romanesca pretensione in bel parlare.
  6. Bazzicà: andar praticando.
  7. S. Spirito in Sassia, presso la Via della Lungara.
  8. S. Maria sopra Minerva.
  9. S. Apollinare.
  10. S. Maria in Cacaberis.
  11. Il Sudario presso la Curia di Pompeo.
  12. S. Maria in Cerchi, al circo Massimo.
  13. SS. Nereo e Achilleo.
  14. S. Maria in Campo Carleo: presso il Foro Traiano.
  15. S. Giovanni Calibita, detto S. Giovanni di Dio, fondatore dello spedale dei così chiamati Fate-bene-fratelli, nome corrotto in Roma in Bonfratelli. È sull’isola Tiberina.
  16. Oratorio fondato dal padre Caravita, famiglia di Terni, chiamata oggi Garavita.
  17. Le Stimmate di S. Francesco.
  18. S. Stefano sopra Cacco. [Questa chiesa, che dà anche il nome alla via in cui si trova, alcuni credono che abbia ricevuto un così strano appellativo, perchè tra le figure e i simboli egizi dell'antico tempio d'Iside e Serapide, sulle cui rovine fu costruita, spiccava particolarmente un Cinocefalo o Macacco. A me però sembra molto più fondata l'opinione del Borrichio (Grevio, Thesaurus Antiquitatum Romanarum; Venetiis, 1732; vol. IV, col. 1594), secondo il quale codesto appellativo deriverebbe da Caco. Ma per sostenere siffatta opinione, che il dotto Danese appoggia con parecchie buone ragioni, non c'è poi bisogno di ricorrere, come fa lui, al vano espediente di togliere un c a Cacco; giacchè anche oggi in Toscana si dice Cacco per Caco (l'usa pure il Giusti nel Gingillino), e Cacco dovette dirsi comunemente anche a Roma, quando la tradizione del famoso ladro era popolare; giacchè si dice ancora nel modo proverbiale: come Cacco in mezzo (come terzo incomodo), usato dal Belli nei sonetti: Er rompico..!, 5 febb. 32, e Lui! 14 genn. 33.]
  19. S. Macuto.
  20. Chiesa contigua e attinente al palazzo della famosa Beatrice Cenci, fondata, dicesi, dal crudele Francesco padre di questa, onde seppellirvi tutti i suoi figliuoli.
  21. S. Tommaso in Parione: presso il Foro Agonale.
  22. S. Lorenzo in Miranda.
  23. Confraternita del Gonfalone.
  24. S. Giorgio, sul luogo dell’antico Velabro di Romolo e Remo.
  25. S. Stefano in Piscinula.
  26. S. Agata alla Suburra, contrada che prende il nome dall’antica famiglia (estinta) di Suburra, di cui un Pandolfo fu senatore di Roma sul principio del sec. XIII; benché se Suburra significhi Suburbium, il luogo può aver dato il nome alla famiglia che vi abitava.
  27. S. Maria in Aracoeli, dov’era il tempio di Giove Capitolino.
  28. S. Maria in Traspontina, cioè di là dal ponte (S. Angelo, già Elio).
  29. Ammettere, scusare.
  30. S. Maria in Carinis.
  31. S. Giovanni in Aino. S. Giovanni della Pigna. S. Giovanni della Malva (oggi demolita).
  32. Testa calva: invecchierai.
  33. S. Salvatore delle Coppelle.
  34. S. Giacomo Scossacavalli, presso il Vaticano.
  35. [Cioè: "Pretendere che non ci azzecchi, che non dica il vero: ,, presa la metafora dal gioco delle bocce.]

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