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PRIMO CANTO INTORNO ALL’ARA
CORO
Strofe
È grande la forza di Cipride,
e sempre consegue vittoria.
Tralascio gli eventi dei Superi:
non racconto com’essa, fra illècebre
stringeva il Saturnio,
o Ade, Signor della tènebra,
o il Dèmone ch’agita
la terra. Ma quali, pel talamo
di Deianira, terribili
rivali a cimento non scesero
fra i colpi e la polvere?
Antistrofe
L’un d’essi era un fiume fortissimo:
movea su quattr’orme, ed immagine
aveva di toro cornigero:
Achelòo, che giungeva d’Eníade1
Da Tebe la bacchica,
scotendo la clava e due cúspidi
e l’arco flessibile,
giunse Ercole; e in mezzo proruppero,
cupidi entrambi del talamo.
E sola fra loro, a giudizio
sedea l’alma Cípride.
Epodo
E surse di mani alto strepito,
di frecce, di corna di tauro,
insieme confuse;
e furono avvinghi reciproci,
e cozzi di fronti funerei,
fra duplici gemiti.
E intanto, la morbida vergine,
lo sposo attendeva, d’un poggio
sul vertice aereo.
lo parlo si come io medesima
veduta l’avessi: la misera
fanciulla, che fu del conflitto
la causa, attendeva; e poi, súbito
lontan da sua madre movea, come tenera
giovenca, a solingo tragitto.