Questo testo è incompleto.
La Santa Pasqua Li Cardinali ar Concistoro
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LE COSE A ÌCCHESE1

     Io nun me ne volevo perzuade,2
Eppuro sissiggnora: stammatina,
A li venti d’aprile, pe’ le strade
Pare cqui a Rroma una Sibberia fina.

     Chi lo capissce come possi accade3
Che in ner mentre l’istate s’avviscina
Se fa er passo der gammero? e la strina4
Ve penetra nell’ossa com’e spade?

     E vvoi fiottate5 de quello a Ssan Pietro
Perchè l’affari nostri nun ze cura
Si6 invesce d’annà avanti vanno addietro!

     Quanno nun c’è ppiù istate né ppiù inverno
E ss’ammattissce la madre natura,
Se pò,7 ccredo, ammattì ppuro8 er Governo.

20 aprile 1835

  1. A x: in disordine.
  2. Persuadere.
  3. Accadere.
  4. Vento gelato.
  5. Vi lagnate.
  6. Se.
  7. Si può.
  8. Pure.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.