Questo testo è incompleto.
Un pezzo e un po', e un antro tantino L'educanne de San Micchele
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LE COSE DER MONNO

     Er mormorà d’Iddio, fijji mii bbelli,
È la conzolazzione de li ssciocchi.
Le sorte1 hanno d’annà cco li fraggelli.
Chi è rricco, e cchi sse2 gratta li pidocchi.

     Er Papa ajjuterà li poverelli:
Un antro3 poi je caccerebbe l’occhi.
Er Monno accusì vva: ssò ggiucarelli,
Cose de ggnente,4 affare de bbajocchi.

     Che sserve annà ccontanno a una a una
Le furtune dell’antri?5 Sò pparole.
Ggnisuno6 è ssazzio de la su’ fortuna.

     Fremma e ttempo, e nun zempre se7 diggiuna;
E cquanno che la notte nun c’è ssole
Contentamose8 allora della luna.

20 gennaio 1835

  1. Sorti.
  2. Si.
  3. Altro: altri.
  4. Niente.
  5. Altro: altri.
  6. Nessuno.
  7. Si.
  8. Contentiamoci.

Note

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