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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LE CREANZE A TTAVOLA
Sù er barbozzo1 dar piatto. Uh cche ccapoccia!2
Madonna mia, tenéteme le mane.
Sora golaccia, aló,3 mmaggnamo er pane,
Presto, e ar cascio4 raschiamoje la coccia.5
E adesso che pprotenni6 co’ sta bboccia?7
De pijjà ’na zzarlacca?8 Er ciurlo9 cane!
Se n’è strozzate10 du’ fujjette sane,
E mmó sse vò11 assciugà ll’ùrtima goccia!
Bbe’, ssi12 avete ppiù ssete sc’è la bbrocca.
Ggiù er bicchiere, e iggnottite13 quer boccone,
Ché nun ze14 bbeve cór boccone in bocca.
Eh cciancica,15 te pijji una saetta!
Nun inciaffà,16 ingordaccio bbuggiarone...
E la sarvietta?17 porco; e la sarvietta?
31 agosto 1835
- ↑ Il mento.
- ↑ Che testa.
- ↑ Andiamo, presto.
- ↑ Al cacio.
- ↑ Raschiamogli la scorza.
- ↑ Che pretendi.
- ↑ Caraffa.
- ↑ Di pigliare una imbriacatura.
- ↑ Imbriaco.
- ↑ Se n’è ingoiato.
- ↑ Ed ora si vuole.
- ↑ Se.
- ↑ Inghiottite.
- ↑ Non si.
- ↑ Mastica.
- ↑ Non aggiungere boccone a boccone.
- ↑ Salvietta.
Note
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