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La quarella d'una regazza Er padre de li Santi
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

LE GGIURISDIZZIONE

     È uN gran birbo futtuto chi sse lagna
De le cose ppiù mmejjo der Governo.
Come! ner cór de Roma cuel’inferno
De le puttane de Piazza de Spagna?!1

     S’aveva da vedé ’na scrofa cagna
D’istat’e utunno e pprimaver’e inverno,
Su cquer zanto cuscino,2 in zempiterno
A cchiamà li cojjoni a la cuccagna?

     Hanno fatto bbenone: armanco adesso
Se fotte pe’ le case a la sordina,
E ccór prossimo tuo come te stesso.

     Mo ttutto se pò ffà ccór zu’ riguardo
Co cquella ch’er Zignore te distina;
E ar piuppiù cce pò uscì cquarche bbastardo.


Roma, 5 dicembre 1832

  1. Il palazzo de’ ministri di Spagna godeva immunità per un circondario che comprendeva molte contrade, popolate perciò di meretrici.
  2. Le suddette meretrici usavano di tendere un guanciale su’ balconi ove si affacciavano a far caccia.

Note

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