< Le supplici (Euripide)
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Euripide - Le supplici (423 a.C. / 421 a. C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1928)
Quarto stasimo
Quarto episodio Quinto episodio


coro
Strofe I
Madre felice piú non sono, figlio
piú non ho: me tra le madri prolifiche
Argo piú non addita;
e Artèmide, parole
non rivolge alle madri orbe di prole.
È trista la mia vita,
come errabonda nuvola, che investa
di nembi una tempesta.

Antistrofe I
Noi, sette madri, demmo vita, o misere,
a sette figli, quei che celeberrimi
erano fra gli Argivi.
E senza figli adesso
ai tristissimi giorni ultimi appresso.
Nel numero dei vivi
già piú non sono; e dalle genti morte
m’esclude la mia sorte.

Epodo
Mi restano le lagrime
sole: del figlio mio sol nella casa

restano le memorie:
la chioma a lutto rasa,
le libagioni dei defunti, e i cantici
cui non gradisce Apòlline.
Surta all’alba fra gli ululi,
le pieghe del mio manto
molli sovra il mio sen farò di pianto.


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