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Risveglio - Ore tristi Risveglio - Inferma

VINTO.


 
Egli ha già chiuso ogni spiraglio, acceso
il braciere, e lo spia con ciglia intente
di sonnambulo; affretta egli l’atteso
sonno, l’oblio, la pace finalmente!...
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chi parla?... Una sua nota solitaria
là dalla gabbia espresse il cardellino
obliato; di luce avido e d’aria,
sogna forse il pian verde e il ciel turchino.


Leva gli occhi ed ascolta, il morituro;
poi barcollante e con la man già fiacca
tentando l’ombre del cammino oscuro,
la gabbia, là, dalla parete stacca.

Lento apre l’uscio... Entra la luce bianca
un’altra volta, e un’altra ultima volta
la creatura della vita stanca,
ebbra, le voci della vita ascolta...

Poi torna il buio... — Ad altri il vago aspetto
del mondo! Ad altri, a più gagliarde tempre
l’amore! il forte, il dolce, il maledetto
amore! Ah taccia il palpito, per sempre! —

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