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Milano, ottobre 1876
Carolina cambia cambia....
L'ho sentita or ora, proprio al momento che finisco di leggere la vostra lettera. E' strano! Mi pare impossibile che voi non siate qui. C'è tanto di, voi in questo benedetto paese! A ogni svolto di cantonata dico fra me: ora incontrerò la mia Linuccia! Ci son tante che vestono come voi. Ma che! nessuna, nessuna vi somiglia. E questo mi piace. Se ci fosse una donna che osasse somigliarvi anche poco, anche da lontano, io vi vorrei meno bene.
Stamane verso le sei, Milano era tutta avvolta nella nebbia. Il Duomo era meraviglioso; le sue fantastiche guglie si confondevano col cielo. Quante volte l'avrete vedute così e vi sarà parso di volare, di volare, malinconica Peri, sostenuta dalle ale di un angelo o dell'amore, e d'immergervi nella infinita voluttà della luce, e sparire in un raggio di sole! Io vi ho dinanzi a questo eterno conquistatore dell'anima che si chiama l'Amore. Ho inclinato la fronte dinanzi a lui, e ho ripetuto piangendo il suo nome.