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maggio 1906

Carissimo Colajanni,

Ho mandato or ora quattro righe ai giovani da te raccomandati.

La sottrazione della mia bronzea immagine non mi ha fatto ridere, nè ridere ha fatto coloro che la considerano giustamente opera di quelle stesse mani che trent'anni or sono bruciarono in chiesa il Lucifero.

La questura ha mangiato la foglia e ha religiosamente lasciato in pace i ladruncoli.

Ma viceversa ha proibito una dimostrazione d'affetto che il popolo voleva farmi.

Il clericalismo, mio caro amico, ha buttato la terza Italietta appiè dell'altare, ed essa, fra il plauso del bertoni, si lascia fottere beatamente. E voi, rappresentanti del popolo, che cosa fate? Io non posso che sputare sul pateracchio schifoso.

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