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agosto 1905
Eccoti, mio caro amico, ciò che ho scritto in lettera raccomandata al Colajanni e, con altre parole, al Pantano:
« T. Cannizzaro, il valoroso poeta e filologo messinese, che è sempre vissuto indipendente, è ora costretto, a 66 anni e quasi cieco, a chieder lavoro per vivere.
Alcuni amici hanno proposto al Ministro di chiamarlo a insegnar lett. francese nell'Università di Messina; il Ministro pare ben disposto, ma pencola ancora fra il sì e il no.
Una raccomandazione tua e del Pantano a cui ho già scritto, potrebbe dargli la spinta. Fagliela, a voce o per iscritto, vivamente, per l'onore siciliano.
Di Tommaso Cannizzaro, apprezzato molto dagli stranieri, mi parlava, pochi anni or sono, con ammirazione Giorgio Brandes.
L'Italia officiale, che prodiga onori divini ai rinnegati e ai ciarlatani, conosce appena di nome il poeta messinese.
Ma il Ministro siciliano non potrebbe, senza nostro dolore, trascurare un uomo che onora altamente quest'isola disgraziata.»
Abbimi sempre tuo come fratello...