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LIX. Ad Urbano VIII
LVIII. Al cardinale nipote Francesco Barberini LX. A Galileo

LIX

Ad Urbano VIII

Supplica gli sieno restituite le sue carte,
gli si permetta di stampare e non venga strapazzato.

Santissimo Padre,

Perché in tante volte che vengo, non trovo chi m’introduca a Vostra Santitá, li mando il presente opuscolo fatto per la necessitá del presente tempo, quando si controverte questo punto, non senza augurio di mutamento. Appresso li portarò l’opuscolo De titulis. Quelli che vengon a dimandare l’utile loro a Vostra Santitá ed a l’illustrissimo Barberino, hanno introito; ed io che vengo per servire a Putii publico, non l’ho: per grazia, comandi che io sia ammesso.

Il padre Mostro si fe’ dare dal padre generale l 'Ateismo trionfato, approbato da esso Mostro l’anno passato con due approbazioni, una de parte del Santo Officio e di qualificatori — quando non volle che io vedessi le qualificazioni, perché m’esibii a mostrare ch’eran imposture o errori suoi, — l’altra de parte del maestro del sacro palazzo e del vicario generale de l’ordine; ed ora ha reso il libro al teologo di Vostra Beatitudine con tagliarli le due ultime carte dove eran l’approbazioni ed una particella del libro, e ci scrisse sotto: «pagellam ultimam delineo apud me iustis de causis». E questo è per allungarmi la stampa, e perché dicean ben di me usque ad miraculum; e mo’ dato in reprobo senso con gli odianti gratis, fu consultato a far così. Per tanto supplico mi sian rendute le carte e non sia strapazzato.

Item cercano contaminare il signor Cardinal Barberino, ché non si pigli informazione contra il tradimento fattomi da loro col Brugiotti a stampar il libro. Il qual non ha però errore, come lui disse. E perché non sa teologia recondita e per malignitá, credendosi alienar la voluntá di Vostra Beatitudine da me servo suo e far che mai non stampi, e questo trattano col signor cardinale con quella invidia che i patriarchi vendettero Giuseppe, e peggio, e ci mandano altre persone a far questo sotto color di bene. Gli uomini d’ingegno sono strumenti dell’imperio ecclesiastico: e però il diavolo cerca alienarli dal capo della chiesa con accuse e sospizioni d’eresia e persecuzioni, o con iuspatronati e pension di principi — e questa è la maggior ruina dello stato ecclesiastico, che altri dona quel che è della chiesa e li rubba gli animi.

Se non è possibile ch’io abbia la Madonna de monti per suo servizio, mi doni altra chiesa: San Carlo in corso o la Madonna di monticelli...

 [Roma,] il dì delle palme [21 marzo] 1630.

«Redime me a calumniis hominum, ut custodiam mandata tua».

Fra Tomaso Campanella.

Alla Santitá di nostro signore papa Urbano VIII,
in sua mano.
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