Questo testo è completo. |
◄ | Vol. II - 202 | Vol. II - 204 | ► |
CCIII. — Al signor De l’Isle Groslot.1
È partito di qui l’illustrissimo signor Gussoni per risieder in Torino appresso l’Altezza di Savoia, come ambasciatore di questa serenissima Repubblica, conforme a quello che io ho più volte scritto a V.S. Io ho desiderio ch’Ella tenga corrispondenza con esso lui, nella medesima maniera che ha tenuto con l’illustrissimo Barbarigo; et a questo effetto io diedi a lui la presente, acciò la mandi a V.S. quando sarà giunto a Torino.
Scrivo medesimamente al signor Barbarigo, che vogli lasciarli la cifra, acciocchè possa anco, occorrendo, scrivergli qualche cosa in confidenza; accertandola ch’è di compita realtà ed ingenuità e di esquisita prudenza, com’Ella vederà dalle sue lettere. La prego non solo di dargli avviso delle cose occorrenti, ma aggiungervi anco li prudentissimi suoi discorsi, acciocchè egli penetri l’interno delle cose: e se quello per mano di chi passeranno le lettere di V.S. in Parigi, li aggiungesse qualche poco di polizza, in caso che vi fosse cosa che meritasse esser avvisata immediate, sì come altre volte le dissi, il favore sarebbe duplicato. Credo che V.S. riceverà quella che scriverò martedì per l’ordinario innanzi la presente, e però non le dirò altro di nuovo; se non che con affetto la prego favorir e me e questo signore, tenendo con esso lui quella libera comunicazione che suole con me, e con li suoi buoni amici. E qui facendo fine, le bacio riverentemente la mano.
Poichè questa è di quelle lettere che possono esser viste da tutti, ho voluto darmi soddisfazione di far a V.S. riverenza con un poco di scrittura di mia mano, restandole devotissimo servitore.
- Di Venezia, li dì 21 marzo 1012.
- ↑ Stampata come sopra, pag. 462.