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CCXL. — Al medesimo
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CCXL. — Al signor De l’Isle Groslot.1


Ricevo quella di V.S. dei 9 aprile, avendo scritto già a Lei sotto il 23 dell’istesso mese.2 Al presente gli occhi di tutti sono volti verso Piemonte, avendo il duca di Savoia assaltato il Monferrato, e preso in quello Alba, Trino e altri luoghetti poco forti. Gli assalti sono stati sprovvisti, senza che nissuno vi avesse pur pensiero; e dice il duca che il motivo non sia suo, ma del principe suo figliuolo, che tenendosi offeso dal Mantovano per averli promesso e non atteso diverse cose, ha voluto risentirsi con la guerra.

Per quello che sino al presente appare, gli Spagnuoli si oppongono a questi tentativi, avendo anco ricusato di ricever in deposito i luoghi presi, e dicendo apertamente, voler che siano resi al duca di Mantova. I progressi di Savoia saranno impediti, sì perchè gli Spagnuoli se gli oppongono con le arme, come anco perchè la Repubblica viene a quelli in aggiunta con 300 soldati e condannati. Il mio credere è che la fatalità d’Italia repugni alla guerra, e però che fra pochi giorni si debbano vedere queste turbolenze poste in quiete. A Roma non vi si pensa, e a pena le novità si sanno.3

Questi successi hanno imposto silenzio alle preparazioni de’ Turchi, sebbene quelle continuamente crescano, e in Ungheria il popolo e i mediocri si dichiarino apertamente, che non temono di guerra e che non vogliono coll’armarsi darne occasione. Poichè non vi è altra semenza di turbazione in Francia, se non quella di Acquamorta, spero che le cose anderanno quiete.

Il duca di Nivers, che si ritrova in Provenza in viaggio per Roma, ha mutato animo, mosso dalle cose di Monferrato, ed è entrato in Casale San Vas, sola piazza forte in quella regione, per sicurarla da qualche inconveniente; onde forse potrà differire qualche giorno il suo ritorno in Francia. Per fine la saluto.

Di Venezia, alli 7 maggio 1613.



  1. È impressa nella raccolta precitata, a pag. 567, dove porta bensì la data del 1612. Ma in prova che debba riferirsi all’anno successivo, riportiamo testualmente quello che il Muratori scrive intorno agli avvenimenti a cui nella medesima si fa allusione, sotto l’anno 1613: “Il duca, principe di grande animo, nulla sbigottito per questo (cioè per la protezione assunta a pro de’ Gonzaghi dalla reggente di Francia), nel dì 20 o 22 di aprile, col principe di Piemonte e col principe Tommaso suoi figli, mosse l’armi sue contro il Monferrato. In poco tempo s’impadronì di Trino, e nel dì 25 la città d’Alba dal conte Guido di San Giorgio fu non solamente presa, ma anche saccheggiata, e il vescovo stesso maltrattato e fatto prigione. Così Diano e la terra di Moncalvo ed altri luoghi, fuorchè Casale, Pontestura, la rôcca d’esso Moncalvo e Nizza della Paglia, vennero in potere del duca.„
  2. Data della precedente Lettera. Vedi anche quella che segue.
  3. Secondo gli affetti diversi, giudicarono gli storici il silenzio del papa in quella occasione. Altri ne accagionano il suo amore della quiete e la naturale timidità dell’animo; altri il ricordarsi d’essere il padre comune dei fedeli. Noi ne travediamo invece una causa diversa; cioè nelle velleità di riforma disciplinare che eransi allora manifestate nella corte di Spagna.


Note

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