< Lettere al padre < 1623
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Lettera 1
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A Firenze

San Matteo, 10 maggio 1623

Molto Illustre Signor Padre.

Sentiamo grandissimo disgusto per la morte della sua amatissima sorella e nostra cara zia; ne abbiamo, dico, gran dolore per la perdita di lei e ancora sapendo quanto travaglio ne avrà avuto V. S. [Vostra Signoria], non avendo lei, si può dir, altri in questo mondo, né potendo quasi perder cosa più cara, sì che possiamo pensar quanto gli sia stata grave questa percossa tanto inaspettata. E, come gli dico, partecipiamo ancor noi buona parte del suo dolore, se bene dovrebbe esser bastato a farci miglior conforto la considerazione della miseria umana, e che tutti siamo qua come forestieri e viandanti, che presto siamo per andar alla nostra vera patria nel Cielo, dove è perfetta felicità, e dove sperar doviamo che sia andata quell’anima benedetta. Sì che, per l’amor di Dio, preghiamo V. S. a consolarsi e rimettersi nella volontà del Signore, al quale sa benissimo che dispiacerebbe facendo altrimenti; e anco farebbe danno a sé ed a noi, perché non possiamo non dolerci infinitamente, quando sentiamo ch’è travagliata e indisposta, non avendo noi altro bene in questo mondo che lei.

Non gli dirò altro, se non che di tutto cuore preghiamo il Signore che la consoli e sia sempre seco, e con vivo affetto la salutamo.

figliuola Affezionatissima

S. Maria Celeste.

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