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A Bellosguardo
San Matteo, 4 gennaio 1629 [1630]
Amatissimo Signor Padre.
Il timore che ho, che la venuta qui di V. S. l’altro giorno non gli abbia cagionato l’accidente solito di maggior indisposizione, m’induce a mandarla a visitare di presente, con speranza però che non sia seguìto quello che temo, ma sì bene quel che desidero: cioè ch’Ella stia bene, il che non segue già qua fra di noi, poiché la maestra di Suor Luisa, cioè quella che V. S. non poteva creder l’altro giorno ch’avessi 80 anni, per esser così fiera, l’istessa sera fu soprapresa da male così repente di febbre, catarro e dolori, di tal maniera che si dà per spedita: e Suor Luisa perciò si ritrova in molto travaglio, perché l’amava grandemente. Oltre a ciò Suor Violante, per ordine del medico, se ne sta in letto con un poca di febbre; e, per quanto ne dice l’istesso medico, si può sperarne poco bene: ieri mattina prese medicina e si va trattenendo. Se V. S. facessi carità di mandarmi per lei un fiasco di vino rosso ben maturo, l’avrei molto caro, perché il nostro è assai crudo, e io voglio cercare, di quel poco che potrò, di aiutarla fino all’ultimo.
Tengo memoria del debito ch’ho colla Porzia, e perciò gli mando queste pezzuole che da per noi abbiamo lavorate, e questa cordellina, acciò veda se gli piace di donargliene da mia parte, e intanto procurar d’avere qualche altro ritaglio di drappo bello; basta: faccia V. S. in quella maniera che più gli piace. Si goderà sta sera queste uova fresche per amor mio, e per fine a Lei di tutto cuore mi raccomando insieme con tutte di camera. Il Signore la conservi in sua grazia.
sua figliuola Affezionatissima
S. Maria Celeste.