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A Bellosguardo
San Matteo, 26 novembre 1630
Amatissimo Signor Padre.
Domenica mattina a ore 14 passò a miglior vita la nostra suor Violante; la quale per aver sofferta così lunga e fastidiosa infermità con molta pazienza e conformità con il volere di S. D. M., possiamo piamente sperare che sia andata in luogo di salute; e veramente da un mese in qua, ella era ridotta a tanta miseria, non potendosi né anco voltar in letto da per sé, e pigliando con estrema pena pochissimo cibo, che pareva esserle quasi desiderabile la morte come ultimo termine di tutti i molti travagli: volevo prima farne consapevole V. S., ma non mi è stato possibile il trovar tanto tempo, del quale ho scarsezza anco adesso, per scrivere; onde non dirò altro se non che siamo qua tutte sane per grazia di Dio; e desidero di sapere se il simile segue di lei, e della sua poca compagnia e particolarmente del nostro Galileino. Devo anco ringraziarla del coltrone mandatomi, il quale è stato pur troppo buono per me: prego il Signore che gli renda il merito di tutto il bene che mi ha fatto e fa continuamente, con aumentarle la sua santa grazia in questa vita e concederle la gloria del Paradiso nell’altra: e qui a Lei di tutto cuore mi raccomando insieme con Suor Arcangela e Suor Luisa.
sua figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.