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A Bellosguardo
San Matteo, 12 marzo 1630 [1631]
Amatissimo Signor Padre.
Ringrazio V. S. dell’amorevolezze a noi gratissime, poiché quest’anno così penurioso è causa che passiamo la presente quaresima assai magramente, sebbene, quando si ha la sanità, l’altre cose si tollerano facilmente.
La venuta di V. S. e di Galileo piccino è da noi grandemente desiderata, quanto prima sia possibile. Intanto mi rallegro di sentire ch’Ella stia assai bene, sì come di nuovo mi dolgo dell’impedimento ch’ho nel poter giovare alla Virginia e di sodisfare a V. S.: spero nondimeno che Dio benedetto la provvederà in qualche altra maniera.
Se Vincenzio ha ancora V. S. in sospetto, a Lei sarà d’utilità, giacché non si pigliano danari da persone che siano appestate; e così egli, che n’ha tanto timore, non ne domanderà a V. S. alla quale di cuore mi raccomando. N. S. la conservi.
sua figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.