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A Bellosguardo
San Matteo, 18 maggio 1631
Amatissimo Signor Padre.
Per quanto ho potuto intendere, il prete di Monteripaldi non ha giurisdizione sopra la villa della signora Dianora Landi se non in un campo solo. Intendo bene che su la casa vi è sodata la dote d’una cappella della chiesa di Santa Maria del Fiore, e che per questa causa la suddetta signora Dianora si trova in piato. V. S. potrà dall’apportatrice di questa, ch’è donna assai accorta e ha conoscenza quasi in tutto Firenze, intender chi sia quello che agiti la causa, già ch’essa lo conosce, e da esso aver poi informazione del negozio. Ho anco inteso che il luogo del Mannelli non è ancora allogato, ma che si tratta bene d’affittarlo. Questo è un luogo molto bello, e dicono che possiede la miglior aria di questo paese. Non credo che a V. S. mancherà entratura per tentar se potessi riuscir quanto lei ed io molto desideriamo; e da questa medesima donna potrà forse aver qualche indirizzo. Avevo accettato l’aceto per l’oximele perché il nostro non mi pareva di quella bontà che avrei desiderato; giacché V. S. si è compiaciuta di mandarmi il vino in cambio, io ne la ringrazio e sto aspettando di intendere se Ella sarà sodisfatta della nostra manifattura, e sarà quando si servirà altre volte di noi, che tanto mi vien detto da Suor Luisa e altre mie compagne in bottega, le quali insieme con Suor Arcangiola la salutano affettuosamente. E io da Nostro Signore gli prego ogni vera felicità.
sua figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.